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Wing Chun: Più di una Arte Marziale - Percorsi Personalizzati di Apprendimento

Come Si Esercita Il Wing Chun

Come Si Esercita Il Wing Chun

By Riccardo Di Vito

Ho affrontato tante discussioni sulla mia arte marziale, ma pochi hanno avuto voglia di parlare di come si esercita il Wing Chun. Eppure, non differisce molto, in termini generali, da qualsiasi altro modo di muoversi. Possiamo riassumere le fasi della pratica in tre macro aree. La prima, sicuramente, è quella di entrare all’interno dell’esercizio, con l’approccio imitativo. Vi è una seconda, che si configura come allenare e rimanere all’interno di una posizione, di una sequenza. Alla fine, c’è l’abbandono, cioè l’uscita dalla struttura formale. Ogni fase richiede la sua propria attenzione.

Ogni volta che eseguiamo un movimento nel sistema Hek Ki Boen Eng Chun Kun, facciamo affidamento ad una particolare forza di attivazione miofasciale davvero profonda. A seconda degli stadi del praticante, si impiegano parti o tutta la struttura, che vengono tensionate a piacimento. Anche un allievo alle prime armi, senza accorgersene, lavora sull’utilizzo di fasce muscolari che creano connessioni articolari, migliorando la forza organica in generale. Questo accade perché c’è un’azione che rende l’esercizio uno strumento per prendere coscienza e consapevolezza di sé.

Prima di iniziare una sessione di pratica, consiglio ai miei ragazzi di entrare nello stato mentale di ascolto. Bisogna comprendere bene cosa si può scoprire grazie alla pratica. Ecco perché la fase imitativa deve essere un passaggio obbligato, ma veloce, dal quale uscire al più presto. La mente va tenuta a bada, perché si rischia di non riuscire a rilassarsi in modo adeguato. In questo senso, sarebbe uno spreco, perché non saremmo in grado di goderci l’evoluzione delle sensazioni generate dall’esercizio stesso. Eppure ogni volta è un nuovo inizio, per chi sa godere dell’istante in cui prende coscienza di sé.

COME TI AIUTA LA PRATICA DEL WING CHUN

La pratica del Black Flag Wing Chun è una delle forme più concrete per comprendere le potenzialità dell’uomo. Senti quanto il corpo riesca ad essere efficace e vivo quando è rilassato e in ascolto. Ogni istante che dedichiamo è un dono che il tempo ci offre, perché entriamo dentro noi stessi, per potenziare le capacità, permeando a poco a poco la disciplina. Io la considero una grande concessione, una vera fortuna, l’aver incontrato una delle strade per la consapevolezza, perché non è scontato. Se si facessero solo meri movimenti marziali, non sarebbe quello che realmente è: un percorso interiore.

Ciò che ho notato negli anni è che si può diventare degli artigiani del corpo, intervenendo nella sua costruzione, levigando e smussando, comprendendo che muta nel tempo ed è destinato ad invecchiare, per chi è più fortunato. È un viaggio incredibile, che dà vita ad un percorso verso la forza morbida ed il rilascio dell’energia di impulso, attraverso il diventare spazio e occupare il tempo, come recita il motto della scuola. Non c’è sosta nella ricerca. Non può esserci una fase neutra nella pratica. O si evolve o si torna indietro. Purtroppo non si conservano per sempre le sensazioni e le capacità, se non c’è un cammino costante.

Sicuramente questa arte del movimento ci mantiene in vita, nel senso che aiuta a capire come tempo e spazio influiscano nel cambiamento dei tessuti. La pratica e l’allenamento quotidiano costituiscono quindi un viaggio. Io lo vedo come l’opera di uno scultore, che espleta la sua arte nel trasformare un’oggetto primo di forma in una realizzazione artistica. Così è la pratica, che mette a nudo i difetti dell’uomo, lasciando allo studente la possibilità di portare il corpo ad un altro livello di consapevolezza e forma. Esattamente come siamo soliti fare nel combattimento, che è pura essenza del sé, con le sue sfaccettature.

esercita il Wing Chun

PLASMA LA PRATICA

La pratica, compreso il combattimento, è tutta fatta di attenzione e respiro, attivazione e rilassatezza, energia e vuoto. Grazie al Wing Chun si può lavorare sulle alterazioni posturali, rendendo il corpo flessibile, elastico e, oserei dire, plastico. Devi fare in modo di plasmare la tua pratica, se già sei in questo affascinante mondo, affinché tu possa beneficiare sia degli esercizi statici che quelli dinamici. Se fai solo esercizi senza contatto, però, rischi di non avere degli stimoli esterni, che possono darti informazioni utili sulla gestione della forza. Ecco perché è necessario essere in equilibrio e non tralasciarli.

Posso assicurare, dopo tanti anni di addestramento vero, tradizionale, ininterrotto (come puoi leggere qui) che si può avere un miglioramento sul movimento globale, oltre ad una maggiore capacità cognitiva del sistema posturale. Non a caso, si lavora sulle capacità percettive del movimento, facendo vivere al corpo l’esperienza per raggiungere determinate posizioni. Da lì deriva la percezione del movimento e delle sue alterazioni. Manteniamo alcune posture proprio per capire cosa sta accadendo all’interno del distretto corporeo, allentando le contrazioni per ascoltarsi meglio.

Questo rappresenta proprio l’anticamera del miglioramento degli schemi motori. Con una serie di esercizi andiamo a comprendere le possibili alterazioni funzionali, quindi le perdite di equilibrio, di forza o di elasticità. Ciò permette di percepire i deficit e ascoltare le forze di compensazione che intervengono per rimettere in equilibrio l’apparato muscolo-scheletrico. Quando si eseguono le rotazioni, i movimenti di gambe o le si rimane in posizione apparentemente statica non si fa altro che ripristinare funzioni primordiali che il corpo conosce, ma che può aver scordato nella fase matura.

la pratica del Wing Chun aiuta a gestire la postura

COMPRENDI GLI ERRORI ED EVOLVI

Come in tante altre aree della vita, se impari dagli errori, evolvi. Bisogna comprendere che il movimento non è mai uguale al precedente. Il nostro compito è quello di riconoscere l’eventuale errore nella postura o nella componente muscolare, al fine del ripristino funzionale, qualora non abbia efficacia o manchi di efficienza. Se il praticante impara a sentire il proprio respiro, percepire la struttura e capire che ogni movimento richiede un utilizzo intelligente della forza, allora è a buon punto per poter riuscire ad ottenere un corpo funzionale.

Le attivazioni interne generate dalla nostra massima attenzione e, nei livelli più alti dall’intenzione, presentano delle fasi muscolari e respiratorie tipiche di questo sistema, che vengono via via raffinate. Lavoriamo specificatamente anche sul posizionamento dei segmenti scheletrici nello spazio e nel tempo. Si tratta di “piazzare” gli arti in determinati punti dello spazio, in un lasso di tempo relativamente breve, per permettere al corpo di percepire l’area che sarà interessata agli impatti. Questo lavoro consente di percepirsi per poter cambiare, eventualmente, direzioni e finalità delle tecniche.

Sono pronto per insegnare a chi ha voglia di comprendere che la partecipazione tra mente e corpo è molto impegnativa in questo tipo di pratica. Per diventare plastici, per essere davvero capaci di cambiare forma, posizione o tecnica, mantenendo sempre una potenza costante, è fondamentale studiare Sam Chian Po. La massima capacità funzionale viene proprio da lì. L’esplosività deriva dal conseguente esercizio. La potenza, in tutta la sua capacità distruttiva è costruita grazie ai movimenti stessi della forma…che in questo caso è sostanza. Se ti ritieni pronto, puoi scrivermi.

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