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Wing Chun: Più di una Arte Marziale - Percorsi Personalizzati di Apprendimento

Wing Chun come stile?

Wing Chun come stile?

By Riccardo Di Vito

Wing ChunCredo che una delle principali cause dell’abbassamento del livello dei suoi praticanti sia ascrivibile alla percezione del Wing Chun come stile. Chi mi conosce sa che sono sempre stato contrario all’etichettare questa stupenda e profonda Arte Marziale Tradizionale Cinese come un sistema, perché l’esperienza di questi ultimi sedici anni mi ha portato a comprenderne la vera natura. Il Wing Chun, per me, non può essere considerato uno stile. Parto dalla fine, così avete subito chiara in mente la mia posizione.

Nel corso dei miei studi ho incontrato Insegnanti e Maestri di diversa estrazione sociale, culturale e marziale. Questo mi ha permesso di porre e pormi tante domande, ad alcune delle quali sono riuscito a dare una risposta, seppure momentanea (non si finisce mai di cambiare). Una delle questioni più spinose è sempre stata per me proprio questa di capire perché il Wing Chun sia stato considerato come uno stile tra i tanti esistenti di Kung Fu. Ancora di più mi ha sempre stupito la questione stile interno contro stile esterno…ma lasciamo correre.

Se andate sull’autorevolissima (?!) Wikipedia, trovate la voce Wing Chun:

Il Wing Chun (cinese: 永春, pinyin: yǒng chūn, Eterna Primavera – vengono anche utilizzati altri ideogrammi con lo stesso suono: 咏春 e 泳春) è uno stile di kung-fu derivato dal sistema di Shaolinquan (Siu Lam in una pronuncia cantonese) del sud della Cina e presenta alcuni tratti tipici degli stili di quest’area geografica (Nanquan). Il nome è l’abbreviazione di Wing Chun Quan (永春拳, Pugilato dell’Eterna Primavera) e viene traslitterato in vari modi dalle diverse federazioni, ma nonostante il nome uguale o simile spesso vi sono sensibili differenze nell’interpretazione di alcuni princìpi.

Kung Fu RomaChi ha redatto e chi ha sottoscritto questa voce è convinto che questo sistema di combattimento sia esattamente uguale a tutti gli altri, che abbia, quindi, delle peculiarità stilistiche (appunto), come possono essere la gru, il serpente, la tigre, etc. Eppure, quando si entra in contatto con un sistema autentico e originario si capisce subito che le tecniche, per quanto ci possano essere dei nomi esotici, sono solo la parte estetica dell’Arte Marziale!

Abbiamo certamente “pugni ad occhio di fenice”, mani come “bocca del drago”, posizioni simili alla gru (l’animale!), ma questo non fa di un sistema uno stile, perché non imitiamo il movimento di altri esseri viventi. Ci muoviamo naturalmente, come uomini, utilizzando posizioni corporee e impostazioni delle mani e dei piedi che possono essere visualizzate come quelle degli altri animali, ma non siamo sicuramente di fronte ad uno stile imitativo.

Io credo che il Wing Chun sia un sistema adatto all’uomo proprio perché nasce e si evolve per assumere atteggiamenti naturali, sia a livello posturale sia a livello marziale. Non carica i movimenti, non cerca di sprigionare energia potenziando a dismisura la muscolatura e non ricerca strani movimenti di mani e braccia per combattere. Il combattimento avviene in modo istintivo, in modo ben poco rituale, così come accade nella realtà.

Wing ChunLa nostra strategia di combattimento è sostanzialmente senza regole. Non subisce il fascino dell’occidentalizzazione del sistema, come ho notato in moltissimi video pubblicati da altre Scuole, quindi non diventa una specie di boxe o uno scimmiottamento delle mma. Il nostro è un sistema di combattimento tipico degli striker, con elementi interessanti di lotta corpo a corpo e takedown, con possibilità di difendersi in tutti i range di azione (Cielo – Terra – Uomo).

Anche per terra, per esempio, ho notato che in molti tendono a seguire strategie e tattiche tipiche di altri sistemi, arti e stili, mentre tengo a puntualizzare che il sistema Wing Chun ha una peculiarità molto importante: essendo un metodo di gestione del corpo e del combattimento, non può diventare uno stile di lotta simile al bjj o al judo, perché la vocazione primaria è lo striking, il colpire, non la ricerca di strangolamenti o sottomissioni.

Ad ognuno il suo, secondo le proprie capacità e peculiarità, mi sento di dire, soprattutto seguendo il piacere e la predisposizione personale. Quando ho scelto di praticare, insegnare e vivere l’Hek Ki Boen Eng Chun (Black Flag Wing Chun Lodge) l’ho fatto perché me lo sono sentito cucito addosso per la presenza di schemi fissi di movimento – iniziali -, che poi vengono interiorizzati a tal punto da diventare una seconda natura.

Per tornare a bomba al discorso sul Wing Chun come stile in generale, voglio dirvi che mi è capitato davvero molto spesso di leggere discussioni chilometriche sui vari forum, social network e commenti in merito al fatto che nei contesti non collaborativi chi pratica quest’Arte Marziale non è efficace e, soprattutto, quando si muove fa tutto tranne che questa. Qui casca l’asino! Di questo e per questo voglio parlare del tema.

Un praticante di Wing Chun non si può vedere dall’impostazione della guardia, perché non ne ha una fissa tipica. Non si riconosce da come muove le gambe, perché è molto molto simile al pugilato così come ad altre Arti Orientali. Le “difese” sono identiche ad altre decine di sistemi, così come le applicazioni. Ma insomma, cosa rende il Wing Chun il Wing Chun e come si riconosce?! Lo si sente al contatto dove sta la differenza e, soprattutto, dal modo di trasferire energia.

Ecco, secondo me quello che rende davvero unico il sistema Hek Ki Boen Eng Chun, rispetto ad altri con cui sono venuto in contatto, che ho studiato o che ho semplicemente sperimentato, non è tanto la strategia di combattimento, le tecniche o le forme, ma il suo cuore, il trasferimento di energia (Hoat Keng / Faat Ging / Fat Jin, etc.) attraverso il detachment (il distacco inteso nel senso di Spazio – Tempo – Energia, così come di Corpo – Mente – Spirito).

Chi ha visto “combattere” i Maestri più esperti di questo sistema di Wing Chun può confermare che la prima caratteristica è che non si vede e non si capisce dall’esterno cosa fanno e come lo fanno. Si sentono, quando loro decidono di farsi sentire, ma non si vedono o, meglio, non si vede da dove, quando e come parte il movimento. Inoltre, l’altra cosa davvero entusiasmante, non si nota né cattiveria, né particolare enfasi nel colpire.

Ecco, quello che mi fa ritenere il Wing Chun un sistema e non uno stile sta proprio qui. Abbiamo un bagaglio tecnico molto vasto, ma qualsiasi movimento umano – cioè eseguibile da un uomo – può essere contemplato (purché rispetti l’economia energetica), perché il fulcro di tutta l’Arte è il metodo di lavoro sul corpo, sulla mente e sullo spirito. Siamo in presenza di una raffinata Arte del tutto umana, compassionevole e reale.

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