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Riccardo Di Vito - Maestro di Wing Chun e Coach

Se Mi Aggrediscono Che Faccio?

Se Mi Aggrediscono Che Faccio?

By Riccardo Di Vito

Dicevamo giorni fa della possibilità di essere attaccati e della famosa domanda “se mi aggrediscono che faccio?“. Eravamo arrivati a parlare della possibilità di distrazione. Se c’è stata, solo dopo esserti assicurato che è andata a buon fine, puoi andare via. Se dovesse servire, continua a fare domande per trovare qualcosa a cui far interessare l’interlocutore. Crea confusione. Quando hai l’attenzione, è importante iniziare a fare una seconda domanda, più concreta e repentina. Per esempio, si può usare la tecnica definita piegamente. Prendi l’ultima frase della persona e riutilizzane le parole, combinandole quasi a caso, con una domanda finale.

Questo metodo crea difficoltà, perché attira l’attenzione, distrae e ti permette di fare un’altra domanda per farlo muovere in un’altra direzione. Un esempio concreto può essere questo. L’aggressore tenta di offenderti dicendo che “sei un imbecille, guarda che brutta maglietta che indossi!“. Una risposta in linea con il nostro principio potrebbe essere: “imbecille è chi ha la maglietta diversa da quelle brutte?“. È uno schema comunicativo, che ti permette di divincolarti attraverso la il linguaggio, senza dover usare le mani. Attenzione, però: evita di far sentire stupido il tuo aggressore.

NON FARE IL FICO

Non utilizzare le parole per fare il fico come se conoscessi un’arte segreta. Una volta che hai preso la parola, cerca di usare termini che ispirino tranquillità e calma. Dissemina la comunicazione di concetti di questo tipo: pace, tranquillità, calma. Se l’aggressore vuole chiacchierare, continua a distrarlo con un’affermazione assurda, così che la persona ti risponda. Mi è capitato una volta alla Stazione Termini. Stavo con mia moglie, forse era la prima volta che mi accompagnava al treno, per andare in uno dei miei soliti viaggi studio per il Wing Chun. Un tizio si avvicina e mi chiede: “vedi il cielo rosso?”.

L’intento, ovviamente, era quello di distrarmi, ma non ho mai capito se fosse per aggredire o rapinare. Fatto sta che ho iniziato a parlarci, attaccando bottone sui colori del cielo. “Secondo me ha punte di giallo. Anche tu ami il calcio?“. Da lì, la persona ha iniziato a rallentare il respiro, come stavo facendo io e, vedendo che ero più matto di lui, se ne andò. Non fu un metodo per fare colpo su mia moglie, ma una strategia di comunicazione tesa alla manipolazione. Ricalca sempre il tema di cui parla l’aggressore. Condisci solo il tuo discorso con le parole “calmanti”.

se mi aggrediscono che faccio?

IL MONDO È UN POSTO MERAVIGLIOSO

Sì, ma se mi aggrediscono che faccio? Sappi che gli eventi di questo tipo sono traumatici. Sia che si concluda tutto per il meglio, sia che tu sia costretto a muovere le mani, appena arrivi a casa devi trovare il modo di distrarti. Gioca a qualcosa che ti permetta di tranquillizzarti oppure mettiti a meditare. Te lo dico per esperienza personale. Però non fasciarti la testa prima di romperla. Il mondo è un posto meraviglioso, per questo è importante non focalizzarsi sulla violenza. Non andare in giro restando sempre sul chi va là.

Se, da un lato, essere pronti e reattivi potrebbe essere utile per qualsiasi evenienza, dall’altro potrebbe aumentare la probabilità di essere aggrediti. Non ci crederai, ma si tratta della profezia che si auto-avvera. Hai presente quando te la tiri? Ecco. Ci sono persone che si spaventano e, come conseguenza, attivano tutta una serie di pessimi comportamenti che aumentano la possibilità di essere aggrediti. Un esempio fra gli altri: camminare velocemente, magari stringendo la borsa a sé. Questo fa emozionare il malintenzionato, perché può pensare che porti con te tanti soldi. Ti trasformi in preda.

Dall’altra parte hai lo spavaldo, quello convinto di poter affrontare qualsiasi aggressore. Uno così lo riconosci subito: ha lo sguardo torvo, incazzato, come se fosse pronto a combattere. Anche questo atteggiamento può aumentare la probabilità di essere aggrediti. Questo tipo di persone rischiano grosso. Evita di andarci in giro insieme, perché è il classico porta guai. Lì è inutile chiedersi ‘se mi aggrediscono che faccio?‘. Il consiglio più grande che posso darti è di tenere proprio lontani i pensieri negativi, se ti è capitato di cascarci. Evita assolutamente di “tirartela”, pur mantenendo l’attenzione su quello che ti circonda.

se mi aggrediscono che faccio?

CONSIGLI PRATICI

Certe volte, per creare relazione, può essere utile mettersi apparentemente “sotto”. Ci si mette nella posizione dell’allievo, che è quello che si aspetta da noi l’aggressore il più delle volte. Eppure con persone disperate che rapinano per mangiare, potrebbe essere vero il contrario. In quel caso, dovresti metterti “sopra”, dimostrando amore come fossi il padre. Essere compassionevole, non significa star lì a fare la morale alla persona. Ma se ti trovassi di fronte ad una rapina, consegna qualsiasi cosa: niente vale di più della pelle

La cosa fondamentale è conservare la calma. Cerca di identificare tutti dettagli utili per saper segnalare il tuo aggressore alle Forze dell’Ordine. Cerca di evitare in tutti i modi di far aumentare l’aggressività della persona che ti sta davanti. Se servisse, fai finta di avere paura. Evita di fissare le persone negli occhi per troppo tempo. Rispettala la zona di prossimità, senza far avvicinare le persone, a meno che tu non lo voglia. Mostra sempre i palmi delle mani, evitando i movimenti troppo rapidi. Imita il suo linguaggio, verbale e non.

Se ti trovi di fronte ad un attaccabrighe, utilizza tecniche di comunicazione per distrarlo e confonderlo. Hai presente quando la persona di fronte a te ti dice roba tipo “che te guardi!?“. Ecco. Pensa ad una risposta tipo: “hai presente il cancello della mia strada? Dovrebbe essere un metro e ottanta, mi sembra più alto, vero?“. Questo modello di distrazione dell’aggressore con una domanda assurda può essere utilizzato con semplicità. L’importante è che subito dopo averlo confuso tu dia una direzione al tuo discorso, affinché lui pensi ad altro e non a te.

…NON TERGIVERSARE, SCAPPA!

Una volta che sei riuscito a distrarre o a mettere in confusione la persona davanti a te, non tergiversare: scappa! Che tu abbia usato strumenti linguistici o che tu abbia assestato un paio di colpi fatti bene, devi andare via. Se vedi che non sei riuscito a crearci rapporto tramite la comunicazione per poter volare via, cerca il pretesto per scusarti proprio per aver creato confusione. Punta subito dopo ad una domanda concreta (tipo: “sai dove sta piazza Roma?“) e poi vai via elegantemente, senza correre. Scappare non significa darsela a gambe levate. Significa togliersi di mezzo.

La scelta delle parole può avere una profonda rilevanza psicologica. Devi facilitare lo stato emotivo dell’aggressore con parole di pace. Evita di dirgli direttamente roba come “stai sereno”, ma dissemina qui e là concetti che abbiano a che fare con la tranquillità. Scegli e pondera con estrema accortezza. Se si accorge dell’inganno, tocca ricorrere alle mani… La mediazione è la modalità migliore per gestire le emozioni. Metti da parte l’ego. Meglio portare a casa la pelle che menare le mani per difendere dei soldi!

Sono Riccardo Di Vito, Maestro di Wing Chun e Coach

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