Riforma Dello Sport: Che Mi Consigli?

12 Ottobre 2022
Tantissimi istruttori, sia amici del mondo del fitness che delle arti marziali, vivono la realtà sportiva come un qualcosa di avulso dalle normative e dalla normale (e folle) regolamentazione fiscale italiana. Dal primo gennaio 2023 non sarà più possibile vivacchiare di sport, come è stato finora. Lo dicevano da tempo, hanno ritardato, modificato e rallentato il cambiamento, ma la riforma dello sport e del terzo settore è giunta a compimento. Molti dei miei istruttori mi hanno chiesto consigli in merito, ma credo sia intelligente dare due informazioni di base per quel che ho capito io da lettore attento.
La prima delle possibilità con cui si potrà insegnare sarà quella del “Collaboratore Volontario”. I volontari sono coloro che prestano attività senza alcun compenso specifico. Immagino, in questo senso, il signore in pensione che aiuta i bambini nelle associazioni calcistiche oppure, nel mio mondo marziale, all’assistente istruttore, che aiuta l’insegnante nel seguire le classi, senza ricevere compensi. Dal primo gennaio, con la riforma dello sport, potranno ricevere dei rimborsi spese (non forfettari: tutto documentato “a piè di lista”, con scontrini, etc.). Potranno anche ricevere dei premi per meriti sportivi (con la ritenuta del 20% alla fonte) ed avranno obbligo di assicurazione (non si capisce se Inail o semplice RCT, che ci danno gli Enti di Promozione Sportiva…).
Poi ci sono i lavoratori che potranno percepire fino a 5 mila euro annui. Saranno tenuti a scrivere autocertificazioni ad ogni “compenso”, fino alla soglia di euro 5mila annui, appunto. Non è prevista la ritenuta previdenziale (INPS), né la ritenuta fiscale (IRPEF). Nella legge si parla di “obbligo di comunicazione preventiva e “cedolino” (?), facendo forse riferimento a quello che si fa con le assistenti domestiche… E poi c’è l’obbligo di assicurazioni (Inail) e DVR (sicurezza sul lavoro), pur se non si capisce a carico di chi. In questa fascia ci sono l’80% dei collaboratori sportivi, oggi.
POI SI ENTRA NEL PROFESSIONISMO
Per lo Stato, diventa lavoratore sportivo chi ha entrate tra i 5 e i 15mila euro. Per la parte da 5 a 15mila euro scattano le ritenute previdenziali ed assicurative. Da subito serve l’iscrizione alla gestione separata INPS: paga il 25% oppure il 24% se con altra previdenza obbligatoria. E poi c’è l’assicurazione: 2,02% + 0,5% (comprende disoccupazione, infortuni, maternità, malattia, etc.). Per i primi 5 anni, c’è una riduzione del 50% sulle ritenute previdenziali.
Il lavoratore oltre i 15mila euro per la riforma dello sport è un professionista (poco più di 1000 euro al mese…). Oltre a quanto già indicato, si aggiungono le ritenute fiscali (IRPEF). Le ritenute fiscali aprono ad altre procedure burocratiche in capo al lavoratore. C’è l’obbligo del cedolino paga e diventa a tutti gli effetti un reddito.
Interessante la posizione degli amministrativo-gestionali, cioè tutti quelli che prestano servizio per sistemare la cassa e la gestione ordinaria della contabilità. Per i lavoratori con queste mansioni valgono le medesime misure, ad eccetto delle ritenute previdenziali, che saranno da subito al 100%. Bisogna anche valutare con attenzione che sia configurabile il contratto di Co.co.co. Non vige la presunzione di lavoro non subordinato.
COSTI O OPPORTUNITÀ
Il “vecchio” regime ex art 67 non è più utilizzabile per la giurisprudenza. Tutto il mondo sportivo che abbiamo conosciuto come insegnanti e con cui alcuni hanno vivacchiato per anni sparisce. L’art. 67 viene abrogato dalla riforma dello sport. La contribuzione INPS apre alla possibilità di una pensione (o meglio…) e contribuirà a rimpolpare le casse INPS… Le altre garanzie aggiungono maternità, assegni
familiari, degenza ospedaliera, malattia, disoccupazione, congedo parentale… Ma a che prezzo?
Io credo che la prima soluzione spendibile sia quella di differenziare il reddito. Ne parlo da anni ad amici e colleghi, perché con questa riforma ci sarà proprio uno tsunami di tutti gli insegnanti della fascia “amatoriale” o semi-amatoriale. Perché non venitemi a dire che si può vivere con i 1000€ di quelli che vengono chiamati “Lavoratori Sportivi” nella riforma eh! A meno che non conosciate per niente il settore sportivo, i suoi costi di aggiornamento, gestione e vita… Quasi per tutti è sempre stato un secondo lavoro o un guadagno extra. Conosco pochissimi professionisti!
Per chi mi chiede quale sia la soluzione, davvero, non lo so. Anche io sto valutando in che forma ristrutturare ed organizzare il mio mondo marziale. Sta di fatto che la scelta che ho fatto 3 anni fa di chiudere tutto e dedicarmi all’opportunità del network marketing risulta sempre più intelligente ai miei occhi. Ma avendo particolarmente a cuore la mia Scuola, gli Istruttori ed il mondo delle arti marziali in particolare, mi sto documentando il più possibile per arrivare ad una soluzione definitiva, che possa aiutare tutti i miei ragazzi a praticare in sicurezza, salute e prosperità.