Qual È La Lezione Che Impariamo Dagli Alberi?

13 Aprile 2023
Qual è la lezione che impariamo dagli alberi? Chi è in un cammino di crescita personale, in evoluzione, non può non soffermarsi a guardare la natura. Siamo parte di questo universo meraviglioso e rispondiamo alle stesse logiche. Non serve “sentirsi un albero”, come va di moda nel mondo new age, ma parlo proprio della (ri)scoperta della natura come similitudine della vita quotidiana. Se sei solito seguirmi nelle cose che scrivo, sai già che ciò che mi spinge è lo spirito del cambiamento, quel moto costante verso l’evoluzione, che mi fa ammirare ogni dettaglio di ciò che osservo.
L’occasione di questa meditazione sulla natura come maestra di vita nasce a seguito di una visita guidata nel Museo Orto Botanico di Roma. Sotto casa, quindi, come spesso accade, dato per scontato, eppure così pieno di meraviglie! È dall’osservazione consapevole della natura viva – e morta – che ho deciso di scrivere questo articolo. C’è una lezione importante da imparare dagli alberi, sia vivi che morti. La prima, fondamentale, è che siamo in continua lotta contro noi stessi, contro gli altri e per la prosecuzione della specie. Sembrerà un’ovvietà, ma ammetterlo è già un dato di partenza importante.
L’altra cosa che puoi comprendere osservando gli alberi è che sembrano immobili, ma, nella realtà, sono stabili e in perenne micro-movimenti. Sono impercettibili, ma ci sono. Oscillano al vento, ma sono saldi nelle loro radici profonde. Hanno un perché forte: vivere. L’albero affronta la pioggia e le raffiche di vento, ma sta lì, nonostante le circostanze. Si piega, alla ricerca della luce, oppure per evitare l’eccesso di esposizione (dipenda dal tipo di albero). Lotta per la sopravvivenza. Se c’è qualche ramo che non serve, lo lascia seccare e cadere. Se ci sono alberi vicini, cerca di andare ancora più su, per prendersi il sole.
La Vita È Una Continua Lotta Per La Propria Evoluzione
Osservando la sua continua continua lotta per l’evoluzione (o la morte), puoi notare come sotto l’albero alcuni animali trovino rifugio, protezione. Anche quando intorno c’è tempesta, l’albero mostra sicurezza e stabilità. Ha un centro di gravità che permette di separarsi dalle foglie, dai frutti, dai suoi stessi rami, senza attaccamento. Se ci pensi, è esattamente quello che ricerchiamo nella nostra pratica quotidiana del Distacco, per chi pratica con me arti marziali tradizionali cinesi (nel nostro caso Hek Ki Boen Eng Chun Kun).
Gli alberi forniscono metafore per la nostra esistenza. In ogni caso, raccolti in un bosco o in splendida solitudine, allineati in filari o isolati, gli alberi si offrono come compagni nella nostra vita: sta a noi imparare ad ascoltare il loro profumo e le loro voci. Sono maestri, che ci offrono lezioni di vita e di morte. Nonostante la loro vita possa essere molto più lunga della nostra, a un certo punto si ammalano fino a seccare e morire: cadono a terra, si sbriciolano lentamente e diventano humus, terra fertilissima.
A differenza nostra, l’albero vive un’alleanza tra vita e morte differente dalla nostra: è possibile, per esempio, che la morte colpisca una o più fronde, persino un insieme di rami, senza che muoia l’intera pianta. Amo gli alberi perché li sento come fedeli compagni di vita: da loro si impara a durare, a perseverare, a “stare lì”, a resistere nelle stagioni dure, a piegarsi sotto pesi che a volte sembrano voler schiacciare, ma senza rompersi. Dagli alberi ho imparato a perdere tante cose, come loro perdono le foglie e si denudano, e sto ancora imparando ad accettare l’inverno quando sembrerà che tutto sia finito.