Perché Scegliere Il Black Flag Wing Chun

21 Luglio 2020
Negli ultimi anni ho ricevuto tante richieste di informazioni sull’arte marziale che insegno. La domanda più frequente è sempre “perché scegliere il Black Flag Wing Chun“, rispetto ad altre discipline. Per questo ho deciso di condividere con voi alcune informazioni sull’unicità del sistema che definiamo brevemente HKB (un acronimo).
Tra i molti lineage di Wing Chun esistenti, quello che ha messo piede in Europa più recentemente è sicuramente l’Hek Ki Boen Eng Chun Kun [黑旗門詠春拳]. Letteralmente è traducibile come Sistema della Loggia della Bandiera Nera che Inneggia alla Primavera. Sì, lo so, un nome altisonante, ma c’è una radice antica dietro ad un nome così importante.
Pur essendo stato qualificato dal Ving Tsun Museum come il più antico in assoluto, non ci sono attestazioni storiche della nascita e dello sviluppo. Conosciamo solo la storia dal Novecento in poi. Sicuramente condivide con altri sistemi lo sviluppo del corpo e della mente. Utilizza metodi di formazione che garantiscono una concreta abilità di combattere in modo veloce e potente. Tuttavia contiene aspetti unici che non sono presenti altrove, che vediamo insieme.

DA DOVE ARRIVA HKB
Basterebbe soltanto menzionare alcuni punti per capire che l’HKB ha delle peculiarità davvero uniche. Si concentra sulla massima efficienza, prendendo il tempo, diventando spazio e rilasciando energia d’impulso. Ha un bagaglio tecnico unico. Coltiva metodi collegati al Buddismo Chan. Utilizza pratiche uniche per lo sviluppo fisico e mentale.
L’HKB, a livello storico, non fa riferimento alla leggenda popolare sulle origini del Wing Chun. Avete presente la leggenda secondo la quale la monaca Ng Mui avrebbe trasmesso l’Arte a Yim Wing Chun? Ecco, non viene da lì. In realtà, quello che viene raccontato dagli anziani di famiglia è che deriva direttamente dalla sala Eng Chun Tim del Tempio di Shaolìn del Fujian.
Il sistema si è conservato attraverso l’opera delle società segrete (Ang Boen), che si formarono per restaurare la dinastia Ming alla fine del 1600. Tra queste, va menzionata specialmente la Tian Ti Hui (Società del Cielo e della Terra), all’interno della quale troviamo proprio l’Hek Ki Boen, tra le cinque logge in cui si divise.

IL SISTEMA BLACK FLAG WING CHUN
Il sistema, precedentemente diffuso come Hok Kian Eng Chun Kok Sut Jia (!Famiglia di Kung Fu del Fujian che Inneggia alla Primavera”), è sopravvissuto fino ai tempi moderni ed è stato totalmente preservato. Grazie all’opera del Gran Maestro Lin Xiang Fu, abbiamo un sistema sistematizzato che contiene tutte le conoscenze tradizionali apprese dai Maestri. Oggi il circolo degli anziani è in Indonesia.
In Italia, credo di aver contribuito notevolmente, con l’aiuto di tutti gli Istruttori Certificati alla diffusione e preservazione dell’HKB. Il sistema ha avuto un vantaggio rispetto ad altri. Ha sviluppato il praticante fisicamente, mentalmente, emotivamente e spiritualmente, permettendo ai nostri avi di consegnarcelo intatto.
Scegliere il Black Flag Wing Chun significa apprendere un lineage che si basa sull’espressione della massima efficienza. Definiamo così il punto in cui nulla può essere aggiunto o sottratto, senza perdere efficacia. Questo concetto deriva dal pensiero buddista Chan, che costituisce la base del sistema. Tutto è incentrato sulle interrelazioni tra Cielo (Tempo), Terra (Spazio) e Uomo (Energia).
TECNICA VS SISTEMA
Mentre molti stili si basano su schemi tecnici, il nostro sistema lavora sulla meccanica del movimento, ponendo l’accento sulla gestione separata degli arti rispetto al tronco, per separare la respirazione dal movimento e per “staccare la mente” dalle azioni del corpo. Questa metodologia che chiamiamo “distacco”, viene introdotta attraverso lo studio della forma Sam Chian Po [三戰步] (“tre fasi della battaglia”).
Gran parte del Kung Fu del Sud – ed anche i sistemi di Karate di Okinawa – fa riferimento ad una sequenza simile. Tuttavia, all’interno della nostra Famiglia, Sam Chian Po ha caratteristiche uniche, come il lavoro specifico sui “cambiamento dai muscoli ai tendini” piuttosto, per razionalizzare l’utilizzo di energia.
Sam Chian Po allena anche la mente, perché insegna a staccarsi da precedenti esperienze di vita negative e dalla percezione del dolore. Possiamo dire che è un veicolo per raggiungere il vuoto [無极] (Bukek). Durante la pratica poniamo l’attenzione sullo svincolarci dall’uso della forza, concentrandoci principalmente sul rilascio dell’energia dall’interno del corpo a qualsiasi estremità, al momento dell’impatto.
Questo si ottiene “scollegando” punta delle dita, dita, palmo, polso, avambraccio, gomito, spalla, schiena, torace, vita, anca, coscia, ginocchio, caviglia, piede e dita dei piedi. Molti sistemi di arti marziali, invece, generano energia dal basso e la scaricano attraverso la connessione delle catene cinetiche del corpo, quando colpiscono.

L’ENERGIA NON SI CREA
Per noi il corpo contiene già tutta la forza necessaria all’interno della propria struttura e l’intenzione (Yi [意]). Ha semplicemente bisogno di essere formata adeguatamente per trasferire e rilasciare energia da tutti i punti, in modo indipendente. Questo atteggiamento di coltivazione della volontà si esprime al meglio nella strategia del combattimento.
Non ci sono tecniche di difesa. Tutto ha natura offensiva, ma tutto è difensivo nella strategia, nel pieno spirito della compassione buddista. Quando qualcuno attacca è fuori equilibrio e tenta di imporre il caos. Difendendosi si accetterebbe la realtà dell’attaccante. Al fine di ristabilire l’armonia, invece, è necessario affermare la propria realtà.
Non a caso noi parliamo di “attacco e attacco” simultanei, non di “difesa ed attacco”. Il nostro modo di combattere si basa, quindi sul prendere il tempo e diventare lo spazio, rilasciando energia d’impulso. Perché scegliere il Black Flag Wing Chun? Se hai capito di cosa stiamo parlando, non ti resta che provare. Se vuoi capire dal vivo di che cosa si parla, scrivimi.