Come Sopravvivere alla Riforma del Lavoro Sportivo

3 Settembre 2023
Oggi rivolgo l’attenzione ad Istruttori, Personale Trainer, Insegnanti, Maestri, Atleti e Proprietari di Centri Sportivi. Come sopravvivere alla riforma del lavoro sportivo?! Domanda molto seria che mi sono posto, dopo tanti anni di collaborazioni sportive, partita IVA, società sportiva e associazione sportiva dilettantistica. Io sono stato in tutte le vesti nel settore dello Sport, carissimi.
Da luglio 2023, l’industria dello sport – di questo parliamo – ha subìto una serie di cambiamenti significativi che hanno influenzato le opportunità di lavoro per chi percepiva reddito da questa passione. La recente riforma ha suscitato diverse reazioni contrastanti, ma una cosa è chiara: adesso non si può più stare in mezzo. O diventi un lavoratore sportivo o fai…il lavoratore sportivo (sotto i 5000€ l’anno).
La riforma coinvolge una platea di circa 500mila persone, per la maggior parte detentori di compensi inferiori a cinquemila euro all’anno, sebbene il CONI riporti sul proprio sito un numero di 1,4 milioni di operatori del settore, con 140mila fra ASD e SSD affiliate a uno o più organismi riconosciuti dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano
Professionista, Collaboratore, Amatore
Nell’area del dilettantismo sportivo, che ha costituito l’ossatura dello sport in Italia, adesso il rapporto si presume oggetto di contratto di lavoro autonomo, nella forma della collaborazione coordinata e continuativa, quando ricorrono due requisiti: la durata delle prestazioni, pur avendo carattere continuativo, non deve superare le diciotto ore settimanali (destinate a diventare 24 come previsto dal decreto in via di emanazione).
Il secondo riguarda il fatto che le prestazioni risultino coordinate sotto il profilo tecnico-sportivo, in osservanza dei regolamenti delle Federazioni, delle Discipline sportive associate e degli Enti di promozione sportiva. Capito? Se fai lezione 2 volte a settimana nel tuo corso sotto casa, non cambia niente (per te) o quasi (INPS, formazione lavoratore, sicurezza sul lavoro, etc.). Vuoi vivere di sport? Cambia tutto.
L’ASD o SSD in cui insegni è chiamata a comunicare al Registro delle attività sportive dilettantistiche (RAS), tenuto dal Dipartimento dello Sport, i dati necessari all’individuazione del rapporto. La comunicazione al RAS equivale a tutti gli effetti alle comunicazioni al Centro per l’Impiego e viene resa disponibile all’INPS e all’INAIL in tempo reale. La struttura che ti ospita diventa sede di lavoro, con tutte le conseguenze (addio ASD piccole!).
Come si regolerà il nostro mondo?
I compensi, anche se rimani amatore, non sono più classificati nella categoria dei redditi diversi, ma diventano redditi da lavoro, sebbene non costituiscano base imponibile ai fini fiscali fino all’importo complessivo annuo di euro 15.000. In tutta sostanza, amici miei, se dal punto di vista dell’insegnante cambierà il discorso in misura di 1/3 (per pagare l’INPS sopra i 5000), per i proprietari di SSD e per il direttivo dell’ASD la situazione sarà davvero diversa da prima.
Credo sia diventato sempre più importante per chi è in questo settore come professionista differenziare le fonti di reddito per poter costruire un’alternativa valida. Per me il network marketing nel settore nutrizione e sport emerge come una soluzione quasi scontata, che non conosce mai crisi. Consideriamo sempre il fatto che rimane un’opportunità flessibile, con grosso potenziale di crescita e di guadagno, una tassazione agevolata e che non fa cumulo con gli altri redditi. Se volete saperne qualcosa mi potete scrivere.
Ad ogni modo, con il nuovo assetto del lavoro sportivo, non so come potrà sopravvivere alla riforma del lavoro sportivo la gran parte della associazioni che conosco. Di sicuro, con questa situazione si divideranno nettamente amatori da professionisti. Ma pensate a tutte le segretarie, le collaboratrici amministrative, etc. che saranno iscritte in Gestione Separata, con l’attivazione dei contratti… Il Consulente del Lavoro, il Commercialista, etc. etc… Ci aggiorniamo!