Come Si Usa Il Footwork Nel Wing Chun?

11 Aprile 2023
Come si usa il footwork nel Wing Chun? È proprio vero che è uno ‘stile’ statico? Ho notato che moltissime visite al sito arrivano proprio sul tema del gioco di gambe. Forse, la butto là, sarà mica perché è il tallone d’Achille di tante scuole?! Non so, ma comunque mi fa piacere se i movimenti che stiamo insegnando negli ultimi 10 anni hanno cambiato un bel po’ di praticanti. Già, perché in un modo o nell’altro, grazie a qualche insegnante blasonato che ha iniziato a condividere il nostro lavoro sin dai livelli base, finalmente la gente si muove!
Una delle cose più importanti che diverse scuole hanno iniziato a prendere è quella di evitare di entrare frontalmente o, peggio, Yang VS Yang, come diciamo noi. Intendo dire con il brutto movimento della gamba avanzata contro la corrispettiva dell’avversario. Alcune linee di pensiero ritengono che questo attaccamento del ginocchio al corrispondente dell’avversario sia utile per ‘controllare’ la sua struttura. Peccato che nelle migliaia di ore di pratica, non mi è MAI capitato di incrociare il ginocchio avanzato dell’avversario con il mio… Il footwork nasce proprio per evitare di rimanere lì a prenderle…
Veniamo a noi. Dopo aver visto come si allena il footwork nel Wing Chun, oggi voglio parlarvi dello schema applicativo. Una delle caratteristiche principali della scuola Black Flag Wing Chun che mi onoro di rappresentare è proprio una diretta correlazione tra ciò che si allena con ciò che si pratica. Non esiste NIENTE che non abbia una relazione diretta con il combattimento, forme incluse. Sarà per questo che il Gran Maestro Lin Xiang Fu abbia sempre detto che “il Wing Chun è Wing Chun perché rappresenta la massima efficienza: niente può essere tolto, niente può essere aggiunto”…
Schemi Di Allenamento Identici A Schemi Di Combattimento
Mentre in uno sport da combattimento sarebbe ovvio dirlo, nelle arti marziali tradizionali cinesi spesso si notano diverse incongruenze tra ciò che viene allenato e ciò che poi si fa nello scontro (ammesso e non concesso che ci si confronti). Se da una parte questo può essere comprensibile per le arti di salute e benessere (per es. il Qi Gong), per quanto mi riguarda è assurdo per chi insegna a difendersi. Non esiste alcuna possibilità di resistere alle percussioni avversarie rimanendo fermi. So che potrebbe essere dato per scontato, ma vi assicuro che non lo è.
Quando una persona si mette in guardia e quindi mostra la sua volontà di attaccare, nasce il primo schema importantissimo: il piazzamento. Un po’ come nel gioco degli scacchi, niente può essere lasciato al caso. Infatti, in HKB, lavoriamo tantissimo sul movimento iniziale, che ci permette di costruire l’azione successiva. Invece di mettere una ‘guardia’ centrale, costruiamo con le gambe una fitta rete di micro spostamenti per cercare l’angolo cieco dell’avversario, già prima che sferri il suo attacco iniziale.
Queste manovre vengono insegnate sin dai primi giorni di pratica (Im Siam Sa Gak Bhe o Yang Siam Sa Gak Bhe), affinché le persone comprendano subito la difficoltà maggiore di uno scontro: evitarlo. Quello che vogliamo trasmettere all’altra persona è che non siamo una preda o un bersaglio facile. Al contrario, siamo pronti a lottare e non facciamo passi indietro, ma solo di lato. Questa struttura di movimento permette di giocare un ruolo importante anche a livello mentale. Il praticante prende fiducia in se stesso, l’avversario comprende che dall’altra parte non c’è un oggetto passivo.
Muoversi Non Significa Muoversi…
Nel corso degli anni ho notato che molti scambiano il muoversi con il…muoversi! Intendo dire che non è necessario fare balletti o sprecare energie per fare questi spostamenti. Bisogna comprendere come il lavoro interno fatto a livello delle gambe debba essere altrettanto invisibile quanto quello delle braccia. Così come l’avversario non riesce a percepire il caricamento di un pugno (che infatti non c’è), allo stesso modo non deve capire quando stiamo per muovere le gambe. Tutto il footwork del nostro sistema di Wing Chun si fonda proprio sull’equilibrio tra mobilità e stabilità.
Negli spostamenti che vengono effettuati per ore ed ore sia a vuoto che col partner, siamo soliti ricercare questo equilibrio. Può certamente capitare di commettere errori ed è per questo che sviluppiamo altri due lavori tecnici che servono per ricostruire il quadrato (Si Kak) e per muoverci in otto direzioni diverse (Pat Kwa Po). Queste possibilità vengono messe in campo nel momento in cui chi attacca riesce a prendere il sopravvento a livello strutturale o posizionale. Un praticante di HKB lascia che la forza fluisca ed è per questo che difficilmente cade nelle leve o nelle proiezioni, grazie al footwork.
Come si usa quindi il footwork nel Wing Chun? Se stai praticando in una scuola statica e dopo 6 mesi non riesci a muoverti sulle gambe quando l’avversario ti tira un gancio o un jab, preoccupati seriamente. Il gioco di gambe non è un optional, ragazzi. E non si può limitare ad esercizi a solo davanti allo specchio o a percorrere centinaia di metri trascinando il peso da una parte o da un’altra. Il lavoro di gambe va messo sotto stresso di fronte ad uno che tira calci e pugni. Praticare un’arte marziale tradizionale cinese NON significa avere poteri magici: sudiamo di più e mettiamoci sotto! Buon Wing Chun!