Come Funziona La Legittima Difesa

9 Luglio 2020
Nel corso del dibattito sulla legittima difesa si sono alzate più voci, alcuni con la finalità di portare verso la propria posizione politica l’opinione pubblica, altri per cercare di manipolare l’attenzione verso la ricerca della sicurezza personale, in un presunto clima da Bronx… Al di là della propaganda, c’è una legge specifica in Italia che spiega come funziona la legittima difesa. Sapete che sono un appassionato del tema, perché mi riguarda da vicino, insegnando arti marziali e, quindi, difesa personale. Vi do un po di informazioni ed alcuni accorgimenti.
Partiamo da cosa ci dice la legge. L’articolo 55 del Codice Penale spiega che per fatti che “[…] eccedono colposamente i limiti stabiliti dalla legge o dall’ordine dell’Autorità ovvero imposti dalla necessità, si applicano le disposizioni concernenti i delitti colposi, se il fatto è preveduto dalla legge come delitto colposo“. Prosegue specificando che “[…] la punibilità è esclusa se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito nelle condizioni di cui all’articolo 61, primo comma, n. 5 ovvero in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto“. Analizziamo la questione insieme.
In soldoni, come funziona la legittima difesa dal punto di vista legale? L’azione che mettiamo in campo a scopo difensivo deve configurarsi come necessaria e proporzionale a quella dell’attaccante, per essere legittimo. Allo schiaffo potrei reagire con lo schiaffo, ad un pugno con un pugno. Sembra facile, detta così, no? In realtà, in tutte le fattispecie che ho analizzato in 22 anni di pratica e in 39 di vita (nato e cresciuto a Centocelle…), credo di non aver mai e poi mai visto concludere una colluttazione in questo modo. Il motivo è semplice. Se un attaccabrighe ti attacca e ti molla un pizzone, difficile evitare di staccargli la testa dal collo, no?
C’È UN DIBATTITO SULLA LEGITTIMA DIFESA MA…
Passare dalla parte del torto, quindi, è un attimo! Per quanto una persona tenti di mantenere la calma, il controllo della reazione è complicato. Per esempio, in caso di lesioni eccessive (uno dà un schiaffo e l’altro risponde rompendogli il setto nasale…), non c’è possibilità di evitare la condanna. Sì, si potrebbero cercare testimoni che descrivano la situazione con il loro punto di vista visivo, ma vi assicuro per esperienza personale che è più unico che raro vedere qualcuno che “si mette in mezzo”. Se seguite un po’ i fatti di cronaca, ve ne accorgete facilmente.

Come funziona la legittima difesa, quindi? Si considera tale solo quando non si viola il principio di proporzionalità tra l’azione di chi offende e la risposta di chi si difende. Un pelino più avanti e si cade nell’eccesso di legittima difesa! Questo tipo di reato è punibile come colposo, che significa non intenzionale. Chiaro poi che si va solitamente da lesioni a lesioni aggravate (escludo l’omicidio, un po’ più raro). Bisogna stare estremamente attenti a come si reagisce, quindi, ed è per questo che nell’ambito della difesa personale spiego sempre ai miei studenti di sottomettere, piuttosto che malmenare…
Il metodo che insegno, Hek Ki Boen Eng Chun Kun, è declinato in modo tale da non generare pericoli di questo tipo, perché si lavora sulla prevenzione. Se non va a buon fine, pratichiamo la sottomissione. Qualora ci fosse un reale pericolo, beh lì ci sarebbe poco da mettersi a valutare se mettere giù l’avversario o meno… Quando si mette a repentaglio la vita, non ci sono scelte da fare. Per capire come funziona la legittima difesa bisogna mettersi a studiare le casistiche più comuni e poi via via quelle più rare, per comprendere bene tutte le possibili vie d’uscita.
LA REALTÀ È SPESSO MOLTO DIVERSA
Sono cresciuto in un contesto abbastanza interessante, dove il motto “meglio un brutto processo che un bel funerale” era un faro dell’azione politica quotidiana. Posso ritenermi solo fortunato di non aver mai dovuto confrontarmi con la legge, visti i presupposti. Nei corsi che ho frequentato si diceva spesso che l’arte marziale per la difesa personale era da utilizzarsi solo in caso estremo, eppure poi mi insegnavano che se la persona davanti avesse messo la mano in tasca la avrei dovuta mettere giù… Magari per paura che ci fosse un coltello, ma nessuno poteva prevedere che nei pantaloni portasse una caramella…
Chi insegna arti marziali e difesa personale non può scivolare su questi temi. Abbiamo la responsabilità di chiarire sin dal primo giorno che la pratica non può essere esente dalla legge dello Stato. Non siamo nel Far West. Non viviamo nel Bronx. Proprio per questo non è che ci siano tutti questi pericoli imminenti, come fossero gli Anni Settanta. Esistono dei rischi, chiaramente, ma c’è anche il buon senso e la prevenzione, che possono evitare possibili situazioni spiacevoli. Oltretutto, non so voi, ma io di farmi qualche periodo della vita in galera o indebitarmi per pagare risarcimenti dei danni non ne ho proprio voglia!
Per chiarirci le idee, credo che uno studio approfondito della materia possa far evitare lo scontro nel 99% dei casi. Ho conosciuto diverse persone che, grazie alla pratica, oggi sono più calme, meno aggressive. Questo dipende dal lavoro interno che facciamo nel Black Flag Wing Chun, dal fatto che chi mi segue non eccede con gli zuccheri, sia dalla conoscenza delle proprie potenzialità, dalle quali derivano grandi responsabilità. Anche di fronte a tentativi di attaccare briga io suggerisco sempre di evitare il confronto e lo scontro. Ecco perché anche per strada, alla guida, io sono sereno e non discuto mai: conosco bene come funziona la legittima difesa. Adesso che lo sapete pure voi, fate più attenzione.