Aprirsi La Strada

17 Giugno 2020
Nell’ambito delle arti marziali c’è una difficoltà importante ed oggettiva, che le comprende tutte: la possibilità di aprirsi la strada nella guardia dell’avversario. Oggi affrontiamo questa possibilità, perché credo possa essere d’aiuto ai neofiti, ma anche ai praticanti di lungo corso. Come sempre darò il mio punto di vista di praticante ultraventennale di Wing Chun, frutto della mia esperienza e non di teorie o letture. Alla fine di questo articolo sono certo che avrete preso spunti utili per i vostri allenamenti personali, grazie al costante lavoro di coppia.
Uno degli esercizi cardine dei sistemi cinesi è quello di praticare a contatto, in una fase molto simile alla lotta. Alcuni lo chiamano “mani che spingono”, altri “mani appiccicose”, ma il tema è sostanzialmente sempre lo stesso gestire e controllare la forza dell’avversario, per poterla utilizzare e sfruttare contro di lui, per manipolare la sua struttura. Per avere questo vantaggio durante le fasi concitate della lotta è necessario saper controllare la propria struttura, cioè il complesso sistema muscolo-scheletrico.

La cosa importante da valutare è come si può entrare in contatto in modo maggiormente vantaggioso. Ecco qui che ci viene in soccorso la strategia per aprirsi la strada in modo efficace e conclusivo. Prima di muoversi, avanti, indietro o di lato, è indispensabile creare un’illusione di movimento all’avversario. Significa, in sostanza, rispondere ad uno degli stratagemmi tradizionali che si traduce con “rumore ad Oriente, attacco ad Occidente”. Se voglio entrare in modo efficace a destra, farò in modo di far intendere al mio avversario (o partner di allenamento) che sto andando a sinistra. O viceversa.
CONFONDI L’AVVERSARIO
L’operazione che facciamo nell’Hek Ki Boen Eng Chun Pai, nello specifico, è quella di aprire un varco nella nostra guardia. Sì, lo so, ti sembrerà un’azione da kamikaze, ma funziona da centinaia di anni. Nell’aprirsi all’eventuale attacco avversario andiamo a creare un’esca molto appetibile per chi vuole attaccare. Questa filosofia del combattimento nasce in seno alla nostra famiglia, che affonda le radici nel Buddismo Chan, sulla non-azione. Lasciando l’apparente prima mossa a chi attacca, andiamo a sfruttare il suo primo assalto per prendere la sua forza ed aprire la strada al successivo nostro contro-attacco.
In tutte le arti marziali, così come negli sport da combattimento, si trova spesso notevole difficoltà nel trovare un varco, l’abbiamo visto. Ecco che entra in gioco la tattica di studio, quel gioco di gambe continuo e costante per interpretare la prossima mossa dell’opponente, quel secondo in cui abbassa la guardia o cade nel tranello del footwork. Anche in questo caso la strategia della nostra famiglia è quella di contrastare l’azione dell’altro andando nel suo campo meno esplorato: colpi contro la lotta, calci contro i colpi di braccio, lotta contro i calci. In tutti i casi andiamo ad aprire la strada grazie alla strategia dell’aprire per chiudere o del chiudere per aprire.
POSIZIONAMENTO PERFETTO
Tutto si basa sul posizionamento. Lo chiamiamo Optimum Body Positioning (ottimo posizionamento del corpo). Pratichiamo per ore ed ore questo studio dell’angolo cieco, alla ricerca del momento migliore per togliere l’equilibrio all’altro. In questo gioco di gambe continuo e costante, che può sembrare dall’esterno un balletto divertente, c’è una delle chiavi indispensabili per costruirsi l’opportunità e aprirsi la strada per l’attacco definitivo. Non si può prescindere da un allenamento costante e fatto di tentativi non riusciti. Solo con questo metodo si può acquisire il colpo d’occhio per sviluppare il timing perfetto. Se si sbaglia il momento dell’azione, si rischia grosso.
Oltre a sviluppare queste competenze, per poter entrare nella guardia avversaria in modo efficace è necessario studiare una serie di movimenti di braccia e di gambe che siano efficaci per annientare le possibili resistenze. Uno di questi è il cosiddetto CAM – SAT – CAM, una serie di attacchi diagonali simili ai tagli che si possono fare con le doppie spade. Troviamo questa sequenza definita Tagliare – Uccidere – Tagliare (passate i termini un po’ cruenti, ma l’ambiente in cui si nascono è quello…) nella parte finale della forma tradizionale del Sud chiamata SAM CHIAN PO (i tre passi di battaglia). Diciamo che questa è una forzatura dei blocchi della guardia avversaria, che può essere utilizzata in modo sicuro, perché mantiene un angolo sempre protetto e sicuro.
Qui potete vedere come ci si può allenare in modo libero e sicuro, per comprendere come sentire l’energia in entrata, deviarla e poi sfruttarla. Qui trovate uno degli insegnanti più competenti della mia Scuola, Andrea Tarantino, che ha un corso attivo a Palestrina (RM). Le basi del lavoro partono dal contatto, dalla sensazione, dal movimento costante, senza sosta, senza pausa. Da lì parte uno studio approfondito sulle modalità di reazione, che permettono di aprire i varchi nella struttura dell’avversario, per poter trovare l’angolo d’attacco “sicuro”, dal quale attaccare senza essere attaccati. Ore ed ore ed ore di pratica…