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Wing Chun: Più di una Arte Marziale - Percorsi Personalizzati di Apprendimento

膀手 – Il Bong Sau

By Riccardo Di Vito

Partiamo dall’ideogramma 膀 [bǎng], visto che l’altro, 手, lo conosciamo già. Si tratta della forma grafica utilizzata per far riferimento all’ala (anche nella variante 翅 [chì]) o alla spalla (come variante di 肩 [jiān]). Con significato esteso, fa riferimento alla parte alta del braccio, al braccio nella sua totalità, all’ala di un uccello. Deriva dall’ideogramma 月 [yuè] (che indica due cose diverse, una delle quali è la luna, mentre la seconda è quella che interessa a noi e che è scritta correttamente come 肉 [ròu], la ‘carne’], e da 旁 [páng], la ‘parte’. In Cantonese 膀 viene pronunciato e scritto Bong o Pohng. Nel mondo del Wing Chun siamo soliti utilizzare la prima trascrizione. Ecco quindi che il movimento chiamato Bong Sau prende il suo significato di “braccio ad ala“. In Pinyin sarebbe Bǎng Shǒu.


Questo movimento è presente in più varianti nell forme del nostro sistema. Vorrei analizzarne alcuni punti, per poi passare a discuterne più a fondo. Anzitutto, vediamo dove lo incontriamo per la prima volta. Nella Siu Nim Tau, lo abbiamo visto, si trova nel  settimo set, ma, nascosto, anche nel primo, subito dopo i Gaun Sau, come movimento di passaggio. In questo caso, però, parliamo di un Dai Bong Sau (cioè nella sua variante bassa): è un’esecuzione di tipo Yin, in ricezione, che assorbe.

Ritroviamo il movimento, come detto, nel 7° set della SNT, dove viene eseguito all’altezza della linea orizzontale. Nella variante che Sergio Iadarola insegnò nel 2006 il movimento era comunque Dai, in combinazione con la rotazione del bacino. Nel set tradizionale del GM Yip Man troviamo il “classico”, eseguito quasi all’altezza della spalla. Questo tipo di movimento viene eseguito spesso verso l’interno (Noi Bong Sau), per coprire la linea centrale e gli altri eventuali angoli di attacco (dall’esterno).
Nella prima forma viene eseguito da quasi tutte le Scuole all’altezza della spalla, con l’angolo tra braccio e avambraccio di 135° – in teoria, ovviamente… -, mentre, nella nostra, viene eseguito in basso, col gomito all’altezza del plesso solare, anche se l’angolo non varia – sempre in teoria… -. Questo è, infatti, l’angolo ideale del cono (o cuneo) di attacco e di difesa, essendo anche quello che genera l’angolo di taglio: una de-flessione di 45° dell’attacco avversario o un’entrata sull’attacco avversario con un angolo di 45°. Seguitemi un attimo, vi prego.

L’angolo di 135° vien fuori, infatti, facendo 180°-45°. I 180° sono intesi come la retta che unisce noi all’avversario o, più semplicemente, il braccio steso. Se con il braccio steso pieghiamo il gomito di 45°, ci ritroviamo con l’angolo corretto, ma questo, come vado scrivendo, è solo l’aspetto teorico e pulito, che non ci permette di leggere attentamente la realtà, che è ben diversa.

Nella Chum Kiu, nel 3° set, abbiamo il Jak Bong Sau (l’esecuzione del movimento che ruota di lato), che appare identico a quello della SNT, solo che viene eseguito nella posizione ruotata (Gin Ma), cioè durante la posizione tradizionale detta 30-70 (per via della ripartizione del peso sulle gambe) e non da posizione “neutra” (Yee Gee Kim Yeung Ma).
Il primo Bong Sau è utilizzato facendo una rotazione (Lan SauBong Sau con rotazione del bacino) e terminando in Wu SaoBong Sao. Un’applicazione di questo movimento potrebbe portare alla rottura del collo, per esempio, come applicazione pratica o comunque ad una leva articolare. Si ritrova anche nel combattimento, quando capita di assorbire l’attacco avversario con una rotazione del busto e con la copertura del Bong Sau. Una descrizione della tecnica di rottura potrebbe essere questa: la mano del Wu Sao passa sotto l’ascella, afferra la scapola e proietta l’avversario verso l’esecutore. Contemporaneamente, il Bong Sau, posto sul mento, spinge in avanti ed in basso, verso il Wu Sao. La testa ruota, si inclina e il collo si potrebbe rompere. Questa è una tecnica che non deve essere utilizzata mai, se non per estrema difesa, quando si è in pericolo di morte. Allenatela con estrema cautela.
Sempre nella CK, nel 4° set, abbiamo un’esecuzione orizzontale della tecnica, accompagnata da un passo in avanti, Wang Bo Bong Sau (“braccio ad ala che comporta un passo laterale”): è un Bong Sau in movimento, anche se questo, in realtà, potrebbe non essere considerato un vero e proprio Bong Sau; vediamo il motivo. Se notate, nessuno ha mai dimostrato una sola applicazione di questo movimento, che appare piuttosto strano nella logica del sistema, fino a che non si studiano i coltelli a farfalla. La natura e l’applicazione di questa tecnica va infatti ricercata in quei cosiddetti “segreti” presi dalla forma Bart Cham Dao (刀), i coltelli dagli otto tagli, nel 7° set della forma in particolare, di cui non approfondiamo per ora l’analisi. Basterebbe solo far allenare gli Allievi immaginando di avere in mano i coltelli… Potreste intenderla anche come una tecnica di Qin Na/Kam Na (una tecnica di presa, controllo e leva articolare), detto per inciso, da utilizzare per eseguire (appunto) leve e proiezioni a terra.

Troviamo il Bong Sau anche nel 5° set della CK: precisamente lo troviamo nella posizione bassa, Dai, eseguito da entrambe le braccia (Sheung Dai Bong Sau), che poi si trasforma in Sheung Tan Sao. Non tutti e tre i passaggi di quel set della forma sono da considerare come Bong Sau; ne riparleremo.

Continua…

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